Una società di Cosenza aveva aperto a Prato un punto vendita (ora chiuso per sfratto) che commercializzava il combustibile per le stufe. Quasi impossibile rintracciare un responsabile. Dalla Calabria giurano: "Non è una truffa". Un migliaio gli ordini da evadere
di Paolo Nencioni
PRATO. C’è puzza di bruciato intorno agli affari di una società attiva fino a qualche giorno fa in un fondo commerciale di via Strozzi 91, ora chiuso. La società si chiama Cam Stufe & Pellets e, come si deduce dal nome, commercia in pellet, cioè il combustibile per stufe ricavato dall’essiccazione della segatura. O meglio, commerciava, perché da qualche giorno il fondo è chiuso e i referenti della ditta risultano irreperibili, almeno al telefono.
Sul web sta montando rapidamente la protesta di quanti hanno ordinato e pagato bancali di pellets da 70 sacchi (costano da 252 a 276 euro) e non hanno mai ricevuto la merce. Su Facebook hanno creato anche un gruppo dal nome eloquente: “Truffati da Cam Stufe e Pellets” , al quale la ditta di via Strozzi ha risposto con un duro post sulla propria pagina nel quale si minacciano querele e si invitano tutti a chiamare due numeri di telefono cellulare (392-1251677 e 392-1155882). Il problema è che a quei numeri (ci abbiamo provato anche noi) non risponde mai nessuno.
La situazione ha cominciato a precipitare all’inizio della settimana. Lunedì 10 un post dell’azienda informa i clienti che i numeri fissi non sono più attivi e dà in sostituzione quelli a cui non risponde nessuno. Il giorno dopo un altro post invita a non allarmarsi e promette che le consegne saranno effettuate entro ottobre. Mercoledì si minacciano querele contro chi parla di truffa e si spiega che la sede di via Strozzi ha chiuso in forza di un provvedimento di sfratto per l’affitto non pagato, e si aggiunge che “l’azienda ha provveduto alla rifusione, rispetto a coloro l’avessero richiesto, delle somme già versate”. Circostanza smentita da molti clienti che in questi giorni stanno tentando di avere il pellet o di recuperare i soldi.Uno di loro è Marco Capitanini di Pescia, che ha seguito il consiglio della moglie e per ora ci ha rimesso 500 euro, ma poi ha scritto di aver ricevuto un rimborso del 40%. Su Facebook fioccano decine di commenti di presunti truffati, così come su Stufapelletforum. Francesco Fabbri della “Ricci Pietro srl” di Ravenna conferma al telefono di aver ricevuto un ordine per due camion di biopellet dalla società di via Strozzi a Prato, di aver chiesto il pagamento anticipato e di non aver più saputo niente. «Un nostro rappresentante in Umbria ha poi ricevuto un volantino in cui si offre biopellet a prezzi fuori mercato - aggiunge - Sporgeremo denuncia alla polizia postale per l’utilizzo fraudolento delle nostre immagini». Molti hanno acquistato pellet dalla Cam attirati dal prezzo di 3,55 euro al sacco, quando sul mercato è difficile trovarli a meno di 4 euro.
È dal biglietto da visita della Cam Costruzioni Holding di Mendicino (Cosenza), cui fa capo la Cam Stufe & Pellets, che si riesce finalmente a contattare lo studio dell’avvocato Ada Di Leone, amministratore unico della Holding. Dopo due tentativi a telefoni cellulari staccati, al fisso 0984-1634613 risponde una signora che si qualifica come collaboratrice e dice di chiamarsi Giovanna, senza cognome. «Non c’è nessuna truffa - sostiene - Abbiamo avuto un problema per lo sfratto della sede di Prato e contiamo di onorare tutti i nostri impegni. Quanto ai telefoni che suonano a vuoto (i due cellulari del post su Facebook, ndr) non è che non vogliamo rispondere, è che siamo solo in due e ci chiamano in continuazione, non ce la facciamo a rispondere a tutti. Dobbiamo evadere circa un migliaio di ordini. Chi può aspettare riceverà la merce, gli altri saranno rimborsati».